Lavoro, natura, valore.

Ancora un contributo, questa volta un’intervista ad Emanuele che sarà nostro ospite, in vista della terza puntata (quella del giro di boa!) de La fine dell’uomo.

Vi proponiamo una lunga intervista a Emanuele Leonardi, autore del libro “Lavoro, Natura, Valore. André Gorz tra marxismo e decrescita”, che abbiamo avuto il piacere di presentare lo scorso anno. Un libro per noi importante per comprendere non solo la crisi ecologica e la sua origine, ma anche per indagare gli spazi politici aperti dai movimenti e dalle lotte territoriali.

André Gorz con la moglie Dorine Keir.
  • Una parte importante del lavoro contenuto nel tuo libro riguarda la critica al modello della “green economy” e del “carbon trading”. Nella tua ricerca mostri, dati alla mano, come queste strategie si siano rivelate un fallimento nel contrastare la crisi ecologica e i cambiamenti climatici. Tutt’al più hanno rappresentato un’opportunità per il capitalismo odierno di aprire nuovi cicli di valorizzazione proprio a partire da qualcosa che viene comunemente percepito come un limite al mito della “crescita infinita”. Puoi dirci qualcosa in più su questo tema?

La mia ipotesi è che la logica del valore intrattenga con la natura un rapporto duplice, che è bene storicizzare. In un primo momento – rinvenibile con chiarezza nel pensiero degli economisti classici – la valorizzazione capitalistica assume l’ambiente come condizione – infinita e gratuita sia a monte (materie prime) sia a valle (smaltimento dei rifiuti) – del processo economico finalizzato alla produzione di plusvalore, e al contempo pone il lavoro (salariato) come fattore di quello stesso processo, cioè come fonte del valore.

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