. 2015

Qualche giorno prima degli attentati di Parigi si era chiuso il convegno “Comment penser l’Anthropocène?”, (5-6 novembre, Collège de France, Paris), gentilmente patrocinato da Monsieur Hollande, in vista del COP21 – la conferenza sul clima, dove le potenze economiche mondiali avrebbero preso misure contro il cambiamento climatico. Ma quali teorie dell’ambiente e del Sistema-Terra sono alla base del COP21? Di cosa parliamo quando l’ambiente è inteso come ecosistema globale?

La teoria dell’esistenza di un ecosistema globale è al centro di una unificazione disciplinare che dagli anni ’90 avviene intorno alla categoria di antropocene. Che in prima istanza significa la possibilità di descrivere un ambiente globale in termini economici, e solo di conseguenza, ecologici. Insieme all’idea di un sistema di produzione globale, che gli ecologisti raramente chiamano capitalismo, è nata anche la critica di questa ecologia sistemica. Tra le voci più attente alla naturalizzazione di parametri economici nelle scienze ambientali ci sono stati ad esempio gli studi di Jason W. Moore che in Ecologia-mondo e crisi del capitalismo (da poco tradotto per Ombre Corte) affronta il funzionamento di produttività, infinito uso delle risorse, “frattura metabolica”, mostrando come definire “natura”, o decidere della “naturalità” di un fenomeno, equivalga a rendere questo disponibile all’estrazione di profitto.

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