Un’ambigua utopia nella città viva

Da Linus dicembre 1981, di Antonio Caronia

Diceva Paolo fabbri al convegno ferrarese su “Città e metropoli” dell’ottobre scorso che la città è un fenomeno immaginario: nel senso che, come tutti avete capito, lo spazio fisico cittadino, l’agglomerato delle case, delle strade e delle piazze è il luogo di percorsi e traiettorie che non solo noi compiamo, quotidianamente e eccezionalmente, ma che proprio ci definiscono. Noi cittadini siamo, cioè, i nostri percorsi, le nostre fermate, il nostro girovagare nella città. La quale, proprio per questo, non è unica: in quelli che a noi sembrano gli stessi spazi convivono una città diurna e una notturna, una città degli adulti e una degli adolescenti, e così via. Leggi tutto “Un’ambigua utopia nella città viva”

Antonio Caronia e la fantascienza

di Giuliano Spagnul

“La fantascienza è una costellazione di immagini che passano di opera in opera, e così facendo si amplificano, si arricchiscono, si trasformano.” 1 Che cos’è un genere letterario se non l’amplificazione massima di questo passamano di immagini di opera in opera? La fantascienza, come genere letterario popolare di massa, è forse il migliore esempio di questa specie di evoluzionismo per assemblaggio, per variazioni, che una volta accettate entrano a far parte di un sistema di regole condivise. Stare alle regole ma allo stesso tempo innovarle, cioè tradirle. La fantascienza è piena di leggi, di regole, di teorie; tutte devono sottostare a una logica di plausibilità. Cioè, per quanto astruse, devono avere una loro coerenza interna, una loro logica; se mai opposta a quella che noi consideriamo veramente tale, ma comunque costruita secondo dei criteri, che non vanno trasgrediti senza una motivazione coerente (compatibile) a quella logica stessa. Leggi tutto “Antonio Caronia e la fantascienza”

Quando i marziani invadevano Milano

di Antonio Caronia

1. Dentro il movimento, non dentro il fandom

Il primo numero di Un’ambigua utopia uscì nel dicembre del 1977. Il nono e ultimo nel maggio del 1982. Il nome della rivista era una citazione del sottotitolo di uno dei più noti romanzi di fantascienza “politica”, da poco arrivato in Italia, The Dispossessed, di Ursula K. Le Guin1. An Ambiguous Utopia diceva bene, così ci sembrava, la nostra condizione di freschi esuli da un’esperienza politica drammaticamente (per alcuni traumaticamente) conclusa quanto alle forme e ai modi dell’impegno, ma per nulla messa in soffitta quanto alle ragioni della ribellione e a una persistente volontà di sovversione. Leggi tutto “Quando i marziani invadevano Milano”

Quando cambierà

La mutazione è in corso. Ognuno di noi c’è immerso fino al collo o invischiato fino ai neuroni, se preferite, perché è dello spazio interno che, anche, si parla. Non abbiamo ancora modo, così, in mezzo al guado, di voltarci indietro, valutare la strada percorsa, e neppure di apprezzare quanto disti l’altra riva. Anzi, se vogliamo dirlo da dentro le nostre angosce, non sappiamo neppure se altra riva vi sia. Forse siamo destinati a tramutarci, per un po’ di tempo, in animali acquatici. Che importa? Le apprensioni per il futuro (chi ne ha), e comunque le insicurezze di un cammino troppo poco noto e – ne siamo sicuri – troppo pieno di insidie, si mischiano in noi con una specie di euforia e di esaltazione, che è la veste che assume la consapevolezza della fine di un’esperienza, della rottura che – ci siamo accorti – ci accompagna ormai da più di qualche mese. Leggi tutto “Quando cambierà”

Primo e Antonio

Cesare Bermani nella postfazione all’autobiografia di Primo Moroni (Primo Maggio n.18 autunno-inverno 1982, p. 27-37) parla della Libreria Calusca come un “luogo d’incontro e di azione, un crocevia della ‘diversità’, un ‘porto franco’ di dialogo rivoluzionario con tutto ciò che una grigia città di plastica e cemento condannava e/o cercava di recuperare alla logica della merce”. E su Primo aggiungeva: “da tutti Primo ha appreso e a tutti ha insegnato qualcosa, riuscendo spesso a cambiare cose e persone”, per finire definendolo lapidariamente come un “personaggio complesso, e anche per questo scomodo e poco capito”. Leggi tutto “Primo e Antonio”