Il 68

Dopo il successo della seconda giornata di #MoronieCaronia non si fermano le nostre pubblicazioni di contributi, in vista della terza e conclusiva attività di accompagnamento della mostra.

Oggi però apriamo la settimana con un fuori-programma perché questo mercoledì la mostra sarà accompagnata da una presentazione de “Il ’68 sociale politico culturale“, pubblicazione di Derive approdi curata da Alfabeta2.

Il cerchio e la saetta

di Primo Moroni

Intervento scritto inviato al Convegno “Musiche contro: la canzone di protesta in Italia, da Cantacronache a oggi”, Sesto Fiorentino, 31 maggio e 1° giugno 1997.

Pubblicato in “Il de Martino”, Bollettino dell’Istituto Ernesto de Martino per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario, Novara, n. 7, 1997, pp. 39-46.

Era il 1975. La situazione era piuttosto confusa e Berlinguer aleggiava titubante sulle acque della politica italiana. I gruppi extraparlamentari andavano in pezzi così come erano premuti dalle turbolenze delle loro avanguardie di base e dal desiderio diffuso nelle segreterie di appoggiare il PCI inseguendo il “mito del sorpasso”. Era scoppiata la famosa “crisi della militanza” e migliaia di soggetti sociali formatisi nel ciclo di lotte ’69-’73 si aggiravano nella metropoli cercando il “che fare” di fronte alla formidabile offensiva padronale. Ristrutturazione produttiva, decentramento, uso politico della “cassa integrazione”, emergere del “ciclo del sommerso”, si abbattevano  come altrettanti bisturi sulla composizione di classe operaia e dei movimenti sociali creando uno scompiglio e uno spaesamento che non si era mai visto dal “luglio ‘60” in poi. Leggi tutto “Il cerchio e la saetta”

Un’ambigua utopia nel fiume della finzione

di A. Caronia, Linus, settembre 1981

Quanto bisogna prenderla sul serio, questa fantascienza, e quanto riderci sopra? Fate bene a diffidare di domande di questo tipo, perché la stessa cosa si può domandare (retoricamente) della letteratura in generale. Se ci siamo permessi di porla, è proprio perché crediamo che la fantascienza sia quasi l’unico modo possibile di scrivere oggi, come abbiamo sostenuto in sedi più o meno serie di questa. E anche perché da poche settimane si trova in libreria un testo singolarmente in sintonia con la domanda in questione: Il labirinto magico di Philip J. Farmer (ed. Nord) che altro non è se non la attesissima conclusione del suo famoso ‘ciclo del fiume’, uno dei pochi titoli degni di nota in un anno fantascientifico abbastanza deludente, insieme magari con l’antologia, Il mondo di P. J. Farmer, edito sempre dalla Nord. Leggi tutto “Un’ambigua utopia nel fiume della finzione”