La fantascienza è morta, viva la FS!

Ultimo contributo in vista di questa domenica, ci vediamo in Cascina Torchiera per la fine del ciclo su La fine.
Fra le tante definizioni della fantascienza date nel secolo scorso, quella del critico eteorico Darko Suvin, a lungo professore di letteratura comparata alla McGillUniversity in Canada e fondatore della rivista Science-Fiction Studies
, è esemplare per concisione e precisione:
La fantascienza si distingue attraverso il dominio o egemonia narrativa di un “novum”(novità, innovazione) finzionale convalidato dalla logica cognitiva. (1)

Suvin era perfettamente consapevole che la sua definizione è molto restrittiva,nel senso che assegna standard molto alti alle opere di fantascienza, e infattiescludeva dal novero della “sua” fantascienza la gran parte della produzionecommerciale del Novecento pubblicata con quell’etichetta, per salvare solo pochiautori “di genere” (Le Guin, Dick, Lem, qualche autrice femminista) collegati, per iltramite di Swift e Wells, alla più antica tradizione dell’utopia e di altri generi ancora più esoterici, noti quasi esclusivamente ai comparatisti e agli storici della letteratura,come l’allegoria.