Per un’antropologia evoluzionista

Il secondo contributo in direzione de “La fine dell’uomo” è un long-form di Antonio Caronia, pubblicato in forma di prefazione a: Cristian Fuschetto, Darwin teorico del postumano. Natura, artificio, biopolitica, Mimesis, Milano 2010.

Fra i tanti problemi che nel Novecento sono maturati, sono stati dibattuti, ci sono stati tramandati in eredità, quello della “natura e del posto nel mondo” dell’uomo (come recita il sottotitolo dell’opera di Arnold Gehlen dedicata all’argomento1) è certo uno dei più rilevanti, ma al tempo stesso, ormai, uno di quelli che più hanno mostrato i limiti e le impasse dei paradigmi essenzialisti. Meno di trent’anni dopo la prima apparizione di quel libro, Michel Foucault poteva scrivere: Leggi tutto “Per un’antropologia evoluzionista”

Biohacking o ecohacking?

Apriamo oggi un fuoco di fila di pubblicazioni e ripubblicazioni, in vista del primo incontro del ciclo La fine dell’uomo, che promuoviamo in collaborazione con Off Topic, UAU, Controcultura.

Invece di modificare quegli usi e costumi umani più impattanti sull’ambiente potremmo cercare di intervenire direttamente sui nostri corpi, renderli più compatibili agli inevitabili cambiamenti che la nostra esistenza produce nel mondo in cui viviamo. Come collettivo di Un’Ambigua utopia l’avevamo già proposto dai microfoni di Radio popolare nel lontano 1978 http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2015/03/il-nucleare-e-rivoluzionario-il.html

Nell’articolo che segue “Biohacking o ecohacking? Adattamento climatico e soluzionismo tecnologico” Roberto Paura (che sarà nostro ospite in occasione dell’incontro di domenica 13) ci aggiorna su questa inquietante prospettiva.

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Primo Moroni: il libro che non c’è

È sempre stato difficile, ricorda Tiziana Villani,(1) convincere primo Moroni a mettere nero su bianco i suoi pensieri, le sue riflessioni, analisi; più facile farlo parlare, raggirare l’ostacolo con lo strumento intervista. Eppure nello scaffale ideale per capire il nostro presente ci sono ben due libri indispensabili che portano la sua firma: L’orda d’oro(2) con Nanni Balestrini e La luna sotto casa(3) con John N. Martin, ai quali occorrerebbe aggiungere anche il volume da lui curato sulla lotta armata(4). E se a questi aggiungessimo “Il libro che non c’è” (ma che in tanti vorremmo che ci fosse) con la raccolta di tutti i suoi articoli editi e inediti, interventi, interviste e quant’altro, avremmo di certo un ulteriore ponderoso volume. E questo ci permetterebbe di scoprire quanto Primo sia “stato qualcosa di ben diverso dall’immagine stucchevole che di lui spesso viene fatta, personaggio pittoresco dei navigli che canta le gesta della vecchia mala.” Perché come ricorda ancora l’editoriale della rivista Primo Maggio dedicata alla memoria di Primo Moroni vent’anni dopo la sua morte(5): “Primo è stato un innovatore.” Alla stigmatizzazione della stucchevole immagine del narratore del folklore urbano occorrerebbe anche aggiungere l’errore di racchiuderlo, di volta in volta, nell’identità/gabbia del libraio archivio ambulante della memoria del movimento o dell’attivista più o meno rappresentante di un determinato centro sociale. La Calusca e il Conchetta sono stati per lui due “luoghi dell’esperienza” fondamentali, ma non certo i soli. Leggi tutto “Primo Moroni: il libro che non c’è”

Non tutti i gatti sono gatti

Testo di Chiara Balsamo tratto da “Cinema indiretto”, tesi di diploma accademico di secondo livello del corso di Arti Visive e Studi Curatoriali

Naba (Mi), docente relatore Tiziana Villani, 2014

Il Gatto del Cheshire, Rassegna di teorie e pratiche della simulazione

Il 13 gennaio 1977 si inaugurò a Parigi il Centro Pompidu, Beau­bourg. Il progetto originale venne concepito dall’allora presidente francese George Pompidu al fine di riportare Parigi allo status di capitale d’avanguardia e di indirizzare un pubblico sempre più ampio verso il mondo dell’arte contemporanea. L’apertura del museo scatenò violenti dibattiti soprattutto rispetto ai rapporti tra potere e luoghi della cultura. Leggi tutto “Non tutti i gatti sono gatti”