Il sesto dei contributi in attesa de “La fine dell’uomo vol. 04” è a firma Gennaro Fucile.
Scacciati dall’Eden, i nostri antenati biblici si ritrovarono su un pianeta privo dei privilegi del Giardino ma pur sempre vivibile, anche se per cavarsela c’era da rimboccarsi le maniche, sgobbare, sudare e partorire nel dolore. In ogni caso, niente di paragonabile a quello che, come novelli Adamo ed Eva, si ritrovano a vivere i protagonisti di H come Milano, l’allucinato romanzo di Emilio de’ Rossignoli, pubblicato nel 1965 da Longanesi e ora recuperato dagli archivi del passato da Meridiano Zero, costola editoriale di Odoya. Un giorno dopo ambientato a Milano, completamente rasa al suolo come probabilmente l’intera Terra in seguito a un’apocalisse nucleare e i due protagonisti scacciati da un quotidiano ordinario (lei commessa in una pasticceria del centro, lui non si sa, del passato del narratore non si viene a conoscere nulla). È una storia scritta ricorrendo a un linguaggio crudo, violento, coraggioso perché non concedeva la minima censura protettiva al lettore di allora, un pubblico non certo abituato a descrizioni, oggi etichettabili come splatter, all’epoca non impiegate di norma dagli scrittori di fantascienza.
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