Arriva la bomba

Quinto appuntamento del warm-up, in attesa dell’incontro di domenica 14 aprile.

di Roberto Paura.

Quella roba strana che spuntò nelle edicole italiane a partire dal 1952, e che si diceva parlasse di “scienza fantastica” o “fantascienza”, come qualcuno aveva pensato di tradurre l’originale science fiction, era davvero rivoluzionaria. Quanto e più della televisione in bianco e nero che ancora stentava a diffondersi nel nostro paese, i romanzi di Urania importavano in Italia l’immaginario americano, affacciatosi durante l’immediato dopoguerra con le facce pulite dei soldati liberatori e ancora prima con l’icona rassicurante della Coca-Cola. Raccontavano storie di navi spaziali, di mondi lontani e futuri remoti, ma anche di terribili invasori alieni, minacce senza nome e orribili mutanti.

Gli italiani cominciarono a sognare anch’essi, come i loro cugini d’oltreoceano, di conquistare l’ultima frontiera, di imbattersi negli Ufo – che dal 1947 avevano iniziato a turbare le notti degli americani – e di incontrare sagge civiltà aliene. Ma, allo stesso tempo, scoprirono anche la grande paura di massa made in Usa: la sindrome del fungo atomico (www.quadernidaltritempi.eu/numero12). L’immaginario nucleare era nato negli Stati Uniti all’indomani dell’esplosione delle due bombe atomiche sul Giappone e aveva imboccato due strade diverse: la prima, incoraggiante, di un uso pacifico dell’energia atomica, come il buon Dwight Eisenhower prometteva con il suo programma “Atoms For Peace” che un rassicurante Walt Disney garantiva anche ai bambini con il suo cartone animato Our Friend The Atom; la seconda, terrificante, di una mutua distruzione assicurata, dopo che l’Urss dimostrò di aver acquisito anch’essa il potente segreto della fissione atomica. Com’è stato fatto notare, nell’immaginario nucleare americano: “L’atomo fu presentato come un’allegoria in concorrenza con la bomba. Può sembrare che la propaganda sull’«atomo pacifico» abbia preso risolutamente le distanze dalla cultura della bomba, ma questa rimase sempre una minaccia oscura, incombente, prossima. Malgrado tutti gli sforzi compiuti dai sostenitori della bomba atomica per distogliere l’opinione pubblica dal terrore che suscitava, essa rimase sempre una paura di fondo” (Drogan e Link, 2012).

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