Molti studiosi affermano che il ’68 italiano sia durato dieci anni in più che negli altri paesi. Questo sia per l’estensione degli organismi rivoluzionari, nati fuori dai partiti tradizionali, sia per la caratteristica fondamentale di legame profondo con la classe operaia. La classe operaia italiana delle grandi fabbriche si saldò strettamente con i movimenti sociali esterni alla fabbrica, creando una unione tra operai, studenti e lavoratori di altri comparti, determinando l’estendersi di un’autonomia politica, dell’intelligenza sovversiva sociale separata dalla sfera del dominio politico dei partiti e delle istituzioni. Tale separazione venne giudicata molto pericolosa dalla classe politica italiana degli anni Sessanta-Settanta, espressione delle lobby delle borghesie industriali, che di fronte alla grande rivolta si è arroccata rispondendo in termini di ordine pubblico. Leggi tutto “da “Le parole e la lotta armata””